Il 2020 sarà ricordato come l’anno nero del turismo, ma la situazione anche in vista del piano vaccini sembra stia cambiando.
Le persone fanno il conto alla rovescia per quando potranno salire nuovamente su un aereo e riprendere a viaggiare.
Cosa dovrà aspettarsi il comparto alberghiero nel prossimo futuro?
Ne parliamo con Cataldo Manelli, Hotel Manager e Hospitality Consultant, attualmente Director of Sales di 5 Hotel a Milano.
Iniziamo col parlare di numeri: alla luce della situazione attuale e dei risultati dell’ultimo anno, appena trascorso, cosa dobbiamo aspettarci per il prossimo futuro?
Al netto di ulteriori diffusioni pandemiche di virus, mutazioni genetiche degli stessi e nella speranza che “la vaccinazione di massa” avvenga più in fretta possibile – nonostante le sconfortanti notizie che giungono in queste ultime ore – ci dobbiamo attendere sicuramente un segnale di ripresa da alcuni mercati. Di sicuro ciò che costruiremo e, soprattutto, ciò che stiamo programmando in questo momento di stallo e crisi in virtù della ripartenza, sarà la chiave del successo per il domani.
Mi spiego meglio, oggi più che mai, l’imprenditore che, rimpattando la squadra di lavoro, punta sulla formazione online, sia delle prime file aziendali che dei collaboratori e applica sostanziali modifiche ai sistemi di gestione, prenotazione e sviluppo dei processi, in termini di innovazioni atte a migliorare i servizi offerti e percepiti dagli ospiti, sarà sicuramente vincente domani.
Sì, perché non possiamo farci trovare impreparati. Appena torneranno ad affacciarsi flussi turistici sia dal mercato interno, quello di prossimità, sia dal segmento leisure che da quello corporate o business – al netto della libertà di circolazione tra stati e regioni – sarà possibile intravedere timidi segnali dall’estero.
Appena la diffusione dei contagi sarà sotto controllo e la situazione epidemiologica rientrerà, la ripresa ci sarà e sarà inesorabile!
Sicuramente abbiamo assistito ad un 2020 quale “annus horribilis” e ci aspettavamo un 2021 quale “annus mirabilis”, così purtroppo non è stato e non sarà; ma se questo periodo di ripresa lo si sposta a fine luglio-agosto per le località di mare e montagna e, a settembre, per le città business, ecco che inizierei a vedere un futuro prossimo in ripresa.
In sofferenza potrebbero ancora essere città d’arte come Roma, Venezia e Firenze, soprattutto per alcune fasce di hotel e di servizi.
Attenzione però, il mio parere è quello di stare attenti, rimanere cauti e non farsi travolgere dall’euforia effimera di un’ondata estiva – piena di titoli di tg e giornali che acclameranno la stagione con il tutto esaurito per alcune località – bensì restare sempre vigili ed avere il focus sulla gestione del profit management e preparare un’accurata pianificazione sales delle proprie strutture ed attività: ciò aiuterà molto lo sviluppo dei piani strategici d’azione, investimento e marketing per il futuro.
In questo momento programmare una corretta pianificazione commerciale per quando si ripartirà è fondamentale.
Penso ad esempio a città con vocazione MICE e corporate, come Milano, città in cui vivo ed opero, dove sarebbe lungimirante preparare attente quanto adeguate politiche tariffarie, simulando vari scenari in base a probabili date di riapertura o ripresa ed in base a periodi di concentrazione di eventi e congressi, senza necessariamente aver paura di essere aggressivi.
Si potrà, a mio avviso, fare affidamento sull’esperienza personale, ma non si potranno applicare vere azioni di revenue management in quanto una delle leve del revenue è lo yield e nessuno degli operativi di oggi ha mai affrontato un periodo così buio da non avere dati dello storico a confronto con l’anno precedente; in molti, quindi, si baseranno sul confronto dell’ultimo anno utile, il 2019.
Passaporti sanitari, voli covid-free, tamponi istantanei. Come viaggeremo?
Quali possono essere i flussi e i settori del turismo che riusciremo a riattivare nell’immediato?
Il piano di rilancio del Governo e quello della gestione sanitaria stanno preoccupando molto il comparto turistico nel suo complesso; non solo hotel quindi, ma anche agenzie di viaggio, eventi, trasporti ed attività legate all’indotto generato.
Nonostante tutto, però, c’è da segnalare che nelle località estive si stanno iniziando a registrare piccoli segnali di fiducia con l’arrivo di prenotazioni sia presso le agenzie di viaggio che presso gli alberghi; fenomenologia legata, pare, proprio alla speranza nel programma di vaccinazione.
L’entusiasmo, l’ottimismo e la voglia di evadere e viaggiare sono preponderanti nell’animo degli italiani e degli stranieri. Sembra infatti che si tornerà a volare in sicurezza, grazie all’utilizzo del passaporto sanitario digitale.
Questo strumento denominato “Iata Travel Pass” è già oggetto di sperimentazioni, inizialmente su tre vettori internazionali, ed è basato su un sistema di certificazione condiviso da tutti, sul quale si lavora ormai da mesi.
La prima è Etihad, che utilizzerà lo “Iata Travel Pass” su alcuni voli, l’altra è Emirates, che inizierà i propri test nel mese di aprile sui voli in partenza da Dubai.
Anche in Italia, dal 5 gennaio 2021, Alitalia sta sperimentando lo strumento sulla tratta che collega Roma a New York.
Il tutto è scaturito dal comunicato di novembre 2020 della Iata (International Air Transport Association) con il quale si annunciava l’intenzione di creare una app volta a testimoniare l’idoneità al volo – un vero e proprio certificato di negatività al virus Sars/Covid2-19 sotto forma di documento digitale, valido in ogni angolo della Terra. Un metodo rapido e sicuro per l’organizzazione dei viaggi da parte delle compagnie aeree, in un settore che, mai come oggi, sta vivendo una difficile crisi economica di scala mondiale.
A mio avviso questa può essere anche una valida proposta per far risollevare il comparto alberghiero e della ristorazione, o quello degli eventi, dei musei e dello spettacolo.
Se ci si proiettasse, infatti, a fornire un passaporto sanitario digitale a tutti gli italiani e a renderlo obbligatorio per chi arriva in Italia, si potrebbe far riprendere l’economia del paese in sicurezza e, di sicuro, con più velocità.
Sono altresì a favore dei tamponi rapidi di terza generazione da effettuare prima dell’accesso degli avventori nei locali. Se questo strumento venisse usato come prova del nove, unitamente al passaporto sanitario, potrebbe diventare davvero un’ottima arma di contenimento e controllo della diffusione del virus nonché un lasciapassare sicuro per le attività commerciali, che potrebbero riaccogliere i propri clienti.
Nel frattempo, direi di far valere sempre la cautela. In attesa di capire la mole delle forze messe in campo a livello mondiale e nazionale per vaccinarci tutti e, al netto di questo aspetto importate, gli scenari che prefiguro sono molteplici, mi soffermo a delinearne solo due, anche se “estremi”:
Pessimista.
Mercato leisure, ripresa da luglio con flussi di turismo di prossimità.
Corporate, da maggio in avanti flussi minimi generati da mercato interno, soprattutto dalle PMI nazionali, su città business che si fermeranno da metà luglio a fine agosto. L’estate, in compenso, come accaduto nel 2020, vedrà le località montane e balneari registrare buoni flussi anche se totalmente provenienti dal mercato interno nazionale, con qualche eccezione per le regioni alpine, che potrebbero registrare alcune sparute presenze straniere.
Nel 2021 per il mercato business e MICE, nonostante eventi e manifestazioni programmate in presenza ed in sicurezza da settembre in poi, non si registrerà la tanto attesa ripresa.
Ottimista.
Mercato leisure, ripresa di flussi dalla seconda settimana di aprile: prevalentemente turismo di prossimità con presenza di turisti di paesi confinanti oltre a Germania e “BeNeLux”.
Corporate, da metà marzo in avanti con flussi moderati ma crescenti generati da mercato interno, soprattutto dalle PMI nazionali e segnali timidissimi di affaccio dall’Europa, su città business che si fermeranno anche in questo caso da metà luglio a fine agosto.
Per l’estate, in compenso, assisteremo ad un segno positivo come nel 2020, con presenze provenienti dal mercato interno; non mancheranno poi gli stranieri, che daranno una ventata d’ossigeno ad ADR ed occupazione, pur segnando, a mio avviso, un decremento sostanziale in confronto ai numeri registrati nel 2019.
Da settembre in avanti il mercato Business e MICE vedrà una ripresa grazie alla fiducia nei viaggi e nei trasporti, che farà crescere i flussi interni e quelli europei; si affacceranno timidamente anche i paesi asiatici e quelli del continente americano – anche se non in maniera esponenziale – e si potrà finalmente assistere alla partecipazione in presenza ad eventi e manifestazioni.
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