In compagnia di Giacinto (Gino) Marchionna abbiamo parlato di lusso e dell’evoluzione necessariamente subita nell’ultimo anno. Allarghiamo ora l’orizzonte per affrontare il tema della ripresa, in particolare per il sud Italia.
Continuiamo a parlare di turismo di prossimità. L’Italia è costellata di micro-realtà uniche nel loro genere, spesso penalizzate dall’assenza di adeguate infrastrutture che le colleghino al resto del mondo. Questo handicap, tuttavia, è comune a molte altre mete, anche internazionali, che malgrado tutto riescono a far conoscere con successo spot turistici minori, facendo spesso di questa “irraggiungibilità” una sorta di esclusività. Cosa manca al Belpaese per raggiungere tale traguardo? Nel lusso, sappiamo fare di “necessità virtù”.
Credo che a volte manchi la consapevolezza, da parte di noi italiani, della fortuna di vivere in un paese bello come l’Italia, forse perché siamo circondati dalla bellezza in ogni dove e non le diamo importanza. All’estero probabilmente sono più attenti e valorizzano la “minore bellezza” con maggiori risorse. Al Belpaese manca la convinzione che il turismo è un’industria ed intorno a questa industria si possono concentrare degli investimenti che porterebbero vantaggi sia ai turisti che ai residenti, anche in un momento come questo in cui il governo sta programmando la ripartenza grazie a Next Generation e risorse extra del recovery plan.
C’è il segmento più ampio dell’accoglienza del nostro paese che è immobilizzato dalla pandemia. Non è il momento di interrogarci e darci nuovi obiettivi? Quali potrebbero essere e come potremmo raggiungerli?
Il turismo in Italia è di competenza delle Regioni. Partiamo da qui ed interroghiamoci su come riorganizzare l’industria del turismo in Italia. Successivamente dovremmo ragionare sul turismo in termini di infrastrutture, prodotto, lavoro, promozione e formazione di qualità. Il come dipende dall’organizzazione del paese per ciò che concerne l’industria del turismo. Negli ultimi anni abbiamo visto la t (minuscola) di turismo strapazzata tra tanti ministeri con le regioni che da sempre cercano di portare l’acqua al loro mulino. Partiamo da una governance con competenze comprovate e lavoriamo su organizzazione, coordinamento e programmazione.
Si faccia, per un attimo, portavoce del comparto turistico del sud Italia: quali sfide e quali traguardi interessano in particolar modo il Mezzogiorno?
É il momento della riqualificazione dell’offerta turistica. Sarebbe auspicabile approfittare di questo momento storico per riqualificare gli hotel grazie ad un’estensione del superbonus 110% anche all’industria alberghiera. Ma per riqualificazione intendo anche quella urbana e territoriale, con l’estensione delle reti di mobilità su rotaie e su gomma, con il miglioramento e, in molto casi, la creazione di infrastrutture sia materiali che immateriali. Una riqualificazione anche dei servizi di natura territoriale utili sia ai turisti ma soprattutto ai residenti. La ristrutturazione dell’offerta turistica porta a un aumento dei consumi, anche quelli dei residenti. Le infrastrutture creano collegamenti tra i territori e li valorizzano rendendoli attraenti anche per investimenti in altri settori. Attualmente invece l’offerta turistica ha una spina dorsale fatta di 30000 (trentamila) hotel a cui si sommano altri servizi turistici. Tutto ciò non sarebbe facile se non avessimo un ministro del turismo e se non avessimo i fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza nonché quelli provenienti dalle extra-risorse del recovery plan. Per fortuna abbiamo sia il Ministro del turismo nazionale, che supererà i tanti campanilismi che contraddistinguono il nostro paese, sia le risorse finanziarie per ripartire più forti di prima. È tutto più facile, dobbiamo essere fiduciosi.