L’integrazione tra diverse competenze è fondamentale per affrontare qualsiasi progetto di qualsiasi scala, grande o piccolo che sia.
Juri Franzosi , Direttore Generale di Lombardini22, ci racconterà come innovazione, digitalizzazione, sostenibilità e nuova cultura del business riusciranno a dare nuova vita al comparto.
Lei oggi è alla guida dello studio di progettazione più importante di Italia, Lombardini22, la sua esperienza l’ha portata a conoscere l’ambiente istituzionale, associazionistico e privato; quali sono le differenze?
Amo gli ambienti animati da spirito di squadra, le comunità orgogliose del proprio mandato e operato. La dinamica che cerco e trovo costantemente – mi piace pensare che forse contribuisco a crearla – è uno spirito di impegno generoso verso le proprie attività per raggiungere insieme obiettivi comuni, non solo legati solo al business ma anche e soprattutto personali, creando un equilibrio tra la necessità di esprimere i talenti e quella di farlo all’interno di una comunità professionale.
Esistono certamente delle differenze. Senza generalizzare, non vedo una distinzione fondata sul tipo di attività svolta. Credo sia più tema di chiarezza di visione e di leadership: laddove mancano, tutto diventa difficile.
Le costruzioni sono a un bivio importante: innovazione, digitalizzazione, sostenibilità e nuova cultura del business, riuscirà il comparto ad assumere questa nuova veste?
Sono convinto che l’integrazione tra diverse competenze sia fondamentale per affrontare qualsiasi progetto di qualsiasi scala, grande o piccolo che sia. È innegabile che l’innovazione, il digitale, la sostenibilità richiedano aggiornamenti continui e un costante slancio alla sperimentazione per trovare nuove soluzioni, efficaci ed efficienti. È in corso un cambiamento d’epoca, non stiamo parlando di accessori. Ognuno di questi temi richiede l’inserimento di nuovi pezzi di ‘dna’ negli organismi esistenti. Forse stiamo entrando in una fase storica dove, dopo anni di destrutturazione, occorre tornare a strutturarsi, riconoscendo il valore delle figure chiave che contribuiscono a far crescere il know-how che caratterizza la propria azienda.
Le società di progettazione non possono che essere organizzazioni evolute, con un pensiero strategico anche rispetto ai cambiamenti e alle opportunità offerte dal mercato. Comunicazione e negoziazione, pianificazione e amministrazione, organizzazione e teamwork, multiculturalità e gestione: una mentalità più industriale può certamente aiutarci.
Quali sono i provvedimenti più urgenti in questo momento storico ed economico? Dove “colpire” per riattivare il sistema produttivo?
Dobbiamo mettere al centro le persone e i talenti che le animano. Fuori dalla logica dei sussidi e degli incentivi, che hanno il fiato corto e prospettive temporali ridotte. Con un’agenda chiara e un quadro certo in cui operare.
Il Paese riparte se percepisce una visione chiara per il futuro. In questo senso la classe dirigente ha una responsabilità enorme. Servono gesti con grande valore simbolico: io ripartirei dalla scuola, uscendo finalmente da una concezione novecentesca, come ben sintetizzato recentemente da Baricco, verso modelli aperti alla società e di forte autonomia d’istituto. E poi integrazione con il mondo delle imprese. Il percorso richiede una crescita a tutti, insegnanti e manager. La strada è quella tracciata dalle società benefit.