L’emergenza Coronavirus, scattata in Italia dalla fine di febbraio, ha colpito duro l’intero Paese. Ma c’è un settore che, forse più di altri, ha pagato gli effetti delle misure restrittive e del timore fra la gente: è il mondo dell’ospitalità.
Viviamo tutti la criticità della situazione legata sia alla crisi economica che sta colpendo il settore sia all’impatto psicologico che questa crisi ha avuto sulle persone che andrà molto probabilmente anche ad incidere sul cambio delle loro abitudini.
Noi di Playhotel Next vogliamo poter guardare oltre, vogliamo poter portare anche un’aria di ottimismo cercando anche di ispirare il comparto alberghiero a guardare a quella ripresa di cui si parla tanto.
Nella miniserie di oggi abbiamo come ospite Emanuele Bonotto, Owner & GM di Ospitalità Bonotto, Hotel & Apartments. Parleremo con lui dell’hotel post coronavirus.
Con cosa dovranno fare i conti gli albergatori quando questa pandemia sarà rientrata?
E cosa fare nell’attesa?
Il turismo rappresenta il 13% del PIL italiano ed è il settore più colpito dalla crisi Covid-19. Nello specifico, il comparto alberghiero è quello per il quale si stimano le peggiori performance. Come gli albergatori stanno affrontando questo particolare momento? C’è qualcosa che si potrebbe fare e che non è stata fatta? La figura dell’imprenditore cambierà?
Il turismo è da sempre il perno dell’economia italiana, anzi, mondiale. il turismo è il primo anello della catena produttiva. Se si ferma il turismo di conseguenza, a cascata, si ferma tutto. Questo periodo lo sta confermando. Attenzione, badate bene: per turismo non si intende ombrelloni o piste da sci o vacanza in generale. Il turismo va inteso sia come business traveller che come leisure traveller. È turismo tutto ciò che arriva in un luogo e pernotta. Il resto è tempo libero. Ad una pandemia nessuno era preparato e, lasciatemelo dire, la nostra generazione, anno più, anno meno, è cresciuta nella bambagia; nessuna sofferenza, nessuna difficoltà, nessuna vera guerra. tutto subito e presto e in abbondanza. Questa è davvero la prima volta in cui ci troviamo di fronte a qualcosa di davvero difficile. Questa è una guerra, subdola e senza bombe. Ma guerra è e, durante un conflitto, non si pensa né al mare, né allo sci, né allo svago. L’unica cosa da fare è, credo, tenersi aggiornati, confrontarsi, parlare e cambiare per farsi trovare pronti al new beginning. Il rapporto sopra e avanti tutto. Noi individualmente non possiamo fare molto altro. Certamente lo Stato fa una parte importante. Ma lasciatemi correggere, non lo Stato, l’Europa! Qui però si apre un altro disocorso. Ed infine sì, l’imprenditore alberghiero, tutti gli imprenditori dovranno cambiare. Tutto quello che abbiamo conosciuto o che davamo per scontato e assodato non lo è più. Queste sono i mie punti cardini del mio essere imprenditore:- Non ci sono solo diritti ma anche doveri. Non solo prendere ma anche donare.
- Parlo di senso civico, dovere civile: un problema così enorme come quello che stiamo vivendo lo si può superare solo tutti insieme, solo se ognuno di noi fa il proprio meglio. Piccole cose di tanti fanno il grande risultato
- Evidenziamo il concetto di redistribuzione del reddito: ogni persona, dipendenti o no, ma soprattutto se a capo di una realtà economica imprenditoriale, ha una responsabilità intrinseca sul territorio in cui opera. Se io vivo, mangio, lavoro, cresco i miei figli a Desenzano ad esempio, verso questo territorio ho un obbligo appunto di ridistribuzione di una parte economica. Secondo il proprio livello e possibilità, questo andrebbe fatto attraverso donazioni, sponsorship a enti, associazioni o attività sportive, artistico e culturali ad esempio. Insomma, investire sul Genius Loci
In questi mesi si è sentito spesso parlare di ripartenza, secondo lei l’emergenza che il mondo sta attraversando legata a questo virus, ha fatto emergere l’esigenza di ripensare il modello di business legato al turismo in generale e all’ospitalità in particolare?
Su quali aspetti sarà necessario concentrarsi per parlare realmente di ripartenza?
Guardi, io non sono né un veggente né un professore. Tanto meno un fatalista o complottista. Amo solamente il mio lavoro e posso dare la mia opinione. Di consulenti o presunti tali in questo periodo ce ne sono tanti, troppi…. Io credo che sempre più la figura del protagonista sia del cliente in quanto tale. Poi sicuramente ogni crisi porta a cambiamenti e miglioramenti. Una cosa è certa però: l’attenzione all’igiene, alla pulizia, ai minimum standards non cambierà. Poi se vincerà il piccolo perché più contenuto o il grande perché più sicuro ora non saprei dirlo. Ma il certamente il turismo continuerà….we will travel again! Continuerà sia il turismo di massa che il turismo d’elite, tutto con più attenzione ma continuerà. Per cortesia, cosa c’è di più bello di conoscere e apprendere culture e posti nuovi? Di viaggiare? Volete sapere cosa penso? Anche lo smart working diminuirà. L’essere umano ha bisogno di contatto fisico, di sguardo di emozione, non di uno schermo. E mi lasci dare un’altra piccola nota: Io credo che non ci siamo più settori o reparti stagni. Ogni categoria, che sia industria, commercio, artigianato, sport, eno-gastronomia o agricoltura è direttamente collegata da un Fil rouge con gli altri. Spesse volte le decisione di un settore ha dirette conseguenze sugli altri. Ecco allora che per cambiare e adeguarsi ci vorrebbe una regia comune condivisa che elabori una tattica nel breve e una strategia nel medio/lungo periodo.Nel nostro Paese l’impatto della diffusione del Covid-19 sul turismo ha iniziato a farsi sentire già nella prima fase, in cui il virus era diffuso solo in Cina. Con il diffondersi dell’epidemia sul territorio nazionale, molti Paesi hanno bloccato i collegamenti aerei e il timore del contagio ha fatto impennare le richieste di cancellazioni di soggiorni già prenotati da parte dei turisti stranieri e italiani.
Le sperimentazioni sul vaccino andate a buon fine secondo lei saranno funzionali per poter riacquisire fiducia nei viaggi? potrebbe verificarsi un’inversione di questo trend negativo?
Certo! Io vedo già la luce in fondo al tunnel. Risolveremo anche questa situazione. Ma ci pensa quante cose che l’umanità ha passato in tempi passati? Epidemie mondiali e siamo sopravvissuti. Oggi con tutti i ricercatori, scienziati, tecnologie e quant’altro volete che non si risolva? Assolutamente sì! Io credo che il primo semestre del 2021sia una bella copia del 2020. Ci sarà ancora tanta paura dei contatti, dello stare insieme e dello stesso vaccino, ma saremo più confidenti e abituati alla distanza, alle mascherine etc. i viaggi di gruppo avranno ancora molta difficoltà ma l’individuale viaggerà. Poi dal secondo semestre del 2021 tutto cambierà. Nel 2022 si comincerà a tornare alla normalità. 2023 dati pre-covid. Poi guardi, io sono una persona semplice e umile, risposte non ne ho. Ma ho una grande passione per il turismo. Cosa succederà dopo? Lo scopriremo venerdì nella prossima puntataPotrebbe interessarti...
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Da semplice tendenza, l'ospitalità pet friendly sta diventando una realtà in crescita.